Crusaders: Domenica in casa della Legio XIII

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a sx Aldo Palmas istruisce i suoi uomini (Foto Battista Battino)

IL VALORE C’E’ MA BISOGNA PRODURRE

I complimenti non bastano. Ci vuole il risultato che certifichi l’enorme mole di lavoro prodotta con un bellissimo collettivo da preservare nel migliore dei modi. E il match di domenica a Roma, che accomuna due formazioni ancora all’asciutto di successi, pare essere proprio un banco di prova decisivo per capire se la franchigia cagliaritana oltre a fare belle cose è pure concreta nelle situazioni che contano.

Il presidente Emanuele Garzia è sempre presente in campo, pronto a sostenere coaching staff e giocatori conscio che basti un niente per renderli vincenti.

“Più passa il tempo – dice – e più mi rendo conto della vitalità del gruppo, ammirabile nel mettere impegno e passione in quello che fa. Sono convinto che i pochi ma letali errori riscontati nell’esordio con i Pretoriani, compromettendoci una partenza coi controfiocchi, siano imputabili ad emozione e inesperienza. È indubbio che per la trasferta di domenica mi attenda una pronta reazione anche perché dobbiamo stare sulla scia della capolista se vogliamo sperare di riacchiapparla col match di rientro”.

Il dirigente cagliaritano non sta perdendo tempo per garantire, il 13 giugno, data del prossimo appuntamento casalingo crociato, una diretta streaming perfetta: “Mancano più di venti giorni ma sto mettendo sotto torchio il Cru Gruppo Media affinché non si trovi impreparato. Abbiamo affinato diverse cose e tutti i coinvolti stanno studiando particolari procedure per garantire agli spettatori uno spettacolo da divano, patatine e popcorn in assoluto relax”.

Il casco non è un optional (Foto Battista Battino)

 

LE PERCEZIONI DI ALDO PALMAS

“Si stanno allenando bene, anche se li vorrei più affamati”. L’head coach Aldo Palmas scruta i suoi giocatori suddivisi per ruoli che provano schemi e ascoltano in religioso silenzio le raccomandazioni dei vari tecnici. Sentire un certo languorino aiuta sicuramente a salire sull’aereo pieni di aspettative, ma c’è comunque una Legio XIII che va rispettata fino in fondo. “Sappiamo poco dei nostri prossimi avversari – continua Palmas – hanno cambiato offensive coordinator e alcuni giocatori, li scopriremo realmente domenica in campo”. Insomma bisogna contare sulle proprie forze, fondamentalmente: “Domenica pomeriggio vorrei vedere la stessa condotta espressa con i Pretoriani, senza quei due blackout che hanno compromesso il risultato. Inoltre vorrei meno penalità: 90 iarde sono troppe”.

L’allenatore rosso argento ha già messo in disparte tutti i complimenti ricevuti dall’esterno, dopo prestazione di due settimane fa: “Più o meno tutti concordano sul fatto che abbiamo giocato bene – conclude Palmas – ma quei black out ci hanno penalizzato, regalando 7 punti ai bravissimi pretoriani e soprattutto, nel 4° quarto ci siamo fermati a un metro dal touchdown”.

Mi sa che riesco a passare (Foto Battista Battino)

DONATO MURGO: “BASTA CHE SIA UNA LINEA ED IO MI SCATENO”

Approfondendo le storie personali dei crociati si scoprono cose inaspettate che fanno capire quanto, oltre all’agonismo verace, dietro il football si sviluppano dinamiche particolari. Il pugliese ma sardo d’adozione Donato Murgo è uno dei giocatori arrivati in prestito dai Sirbons Assemini. La sua è stata una vocazione tardiva.

“Con grande rammarico ho conosciuto questa disciplina a 31 anni – espone Donato – grazie a Gianluca De Simoni, mio collega poliziotto che lavora in Questura (io nel reparto Polstrada), anche lui proveniente dai Sirbons. Feci il mio primo allenamento nell’ottobre del 2015, un mese dopo il trasferimento in Sardegna. Per me è stata una vera rinascita sportiva.

Da come parli dimostri di avere alle spalle altre esperienze importanti.

Il mio curriculum sportivo comincia con il calcio, a 8 anni. Ho preso parte a campionati provinciali, regionali e nazionali, concludendo la carriera nel Gruppo Sportivo Esercito a 26 anni. Giocavo nel ruolo ormai in disuso del libero di difesa oppure come centrocampista di “rottura”; insomma c’era fisicità e sostanza da vendere.

Mancano altri cinque anni

Per curiosità e scommessa, quando per lavoro, soggiornavo nel Bolognese mi sono dato al rugby, nel ruolo di pilone.

E con il Football Americano ti hanno chiesto parecchie mansioni?

Ho iniziato come DL e Fullback con risultati abbastanza soddisfacenti, per poi passare, più per necessità di squadra, alla linea offensiva. Con il cambio di casacca l’head coach Aldo mi ha mantenuto nella stessa posizione perché mi ha valutato all’altezza del compito. Sebbene si faccia, in gergo, un lavoro sporco, dà molte soddisfazioni.

Anche la linea difensiva non ti dispiaceva..

Si, certo. Anche lì vorrei contribuire maggiormente, a prescindere dalla squadra. È un ruolo dove penso di esprimere maggiore fisicità e aggressività. In attacco devi attenerti agli schemi di gioco; metti a disposizione le tue qualità che comunque devono essere vincolate agli stessi. A tal proposito mi sovviene la frase del coach Aldo quando in allenamento ho svolto qualche drill di linea difensiva su richiesta del coach Defense Nanni Polese: “Non ci prendere gusto, ricordati che ti ho dato in prestito momentaneo”. L’importante è dare il 100% per la squadra a prescindere dal tuo impiego.

A proposito di qualità, quali sono le tue caratteristiche di gioco che ti riescono meglio?

Fisicità, aggressività e tenacia gestite con lucidità e “testa”, come dico sempre, ti permettono di essere polivalente per i ruoli di “peso”. Se poi le abbiniamo ad una buona continuità di sostanza in allenamento, penso che siano le particolarità principali capaci di supportarmi nel vivere questa bella avventura nel mondo del Football Americano in modo proficuo e continuo!

Un tuo giudizio sulla sconfitta con i Pretoriani?

Per essere stato l’esordio della nuova compagine sarda con i meccanismi non ancora oliati al 100%, vedo un bel boccale pieno per 3/4. Tutto quello che è stato inculcato nelle gambe e nella testa dal coaching staff, ha avuto un’ottima risposta sia a livello morale, sia fisico. È la strada giusta per svuotare questo bicchiere e riempirlo domenica in quel di Roma. Vorremmo brindare ad una vittoria! C’è ottimismo, siamo un gran bel gruppo.

Cosa ne pensi del coaching staff?

Avendo cambiato metodi di allenamento e soprattutto visioni di gioco, devo dire che si è creato fin da subito un bel feeling. Sono stati messi in cantiere nuovi spunti che hanno creato sani stimoli! C’è preparazione e mentalità vincente e non è affatto scontato, cambiando casacca, trovare l’intesa comunicativa, scaturita da un confronto costruttivo e funzionale da entrambi le parti.

Il match con la Legio XIII è imminente

Sono in procinto di collezionare il gettone di presenza n. 28 in questa disciplina. Nel football bisogna crederci, allenarsi sempre con corpo e mente. Solo così si ha la continuità fisica per fugare gli infortuni ed essere sempre presenti mentalmente affinché le regole vengano rispettate per non incappare in sanzioni disciplinari che potrebbero provocare anche espulsioni dal terreno di gioco. E con orgoglio posso affermare di non aver mai saltato una gara ufficiale.

Ultime considerazioni?

Ringrazio i lettori di questa intervista, i compagni di squadra per l’integrazione immediata nel gruppo, il coaching staff per la stima e la considerazione del nostro bagaglio di esperienza che stiamo condividendo con grande soddisfazione. E poi la dirigenza che con la burocrazia e i sacrifici organizzativi, mi hanno permesso di essere presente anche questo anno a dire la mia su un campo di football. Non meno importante, un abbraccio forte alla mia consorte che supporta e sopporta le mie assenze da casa tra lavoro e allenamenti!

Il senso del possesso che fu pre-alessandrino (Foto Battista Battino)

RICCARDO PILI ALLA RISCOSSA

Uomo da collettivo ma con spiccate qualità individuali che trovano la summa nelle ficcanti scorribande nei territori nemici. Dal runningback marese Riccardo Pili si attendeva tanto nel 2020 in quello che doveva essere l’anno della consacrazione. Purtroppo il suo potenziale non si è potuto sprigionare a dovere. Ora è più motivato che mai ma giustamente ripercorre gli ultimi 15 mesi ricchi di incognite e tribolazioni.

Ripartiamo dal match di Assemini contro i Sirbons?

Aldilà della vittoria, il derby stesso era stata una grande esperienza, molto apprezzata da tutti. Essere stati i protagonisti di un evento così unico non può che rendermi fiero.

Poi è arrivata la quarantena

Chiuso tra le mura di casa, ho pensato di dar vita a un piccolo e semplice progetto che avevo in mente da tempo: aprire un canale youtube. In una serie di brevi video, ho cercato di esporre le regole principali del nostro sport, a portata di principiante, tuttavia aiutandomi con video nostrani, piuttosto che le solite spettacolari partite americane, a rimarcare il fatto che anche in Italia ci diamo da fare nel campo da football.

Infine vi state barcamenando in un barlume di normalità

Entrare in campo dopo più di un anno è stato emozionante, a dir poco. E il fatto che contro avessimo una squadra solida come quella dei Pretoriani non ha fatto altro che alimentare la foga agonistica. Il tempo fermo non mi ha portato via nulla che l’allenamento costante non mi abbia restituito.

A parte la sconfitta dell’esordio siete stati confortanti. E quella di domenica che partita sarà?

Si, è vero, abbiamo ben figurato, ma una sconfitta è una sconfitta. Contro la Legio XIII sarà una partita fisica proprio come la scorsa, con la differenza che arriveremo con schemi maggiormente affinati e chimica di squadra migliorata.

Mi dici le tue sensazioni sulla squadra?

Sono felicissimo del gruppo che si è venuto a formare. I giovani continuano a dare il massimo e le facce nuove hanno portato uno spirito competitivo aggiuntivo alla squadra. Penso che, uniti come siamo, possiamo puntare in alto.

A Maracalagonis, il tuo paese, sono sempre incuriositi dall’andamento dei Crusaders?

Cerco di far conoscere la squadra come posso.

Pensiero finale?

Abbiamo 44 ragioni per vincere domenica.

 

Ufficio Stampa Crusaders Cagliari

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