L’UNDER 17 RICCARDO CARTA CONVOCATO IN NAZIONALE FLAG
La comunicazione è di quelle che inorgogliscono parecchio. L’Head coach della nazionale di Flag Enzo Petrillo, in vista del raduno che si terrà allo Stadio Ossola di Varese il 21 e 22 giugno 2025, ha convocato Riccardo Carta, classe 2009 fiore all’occhiello del settore giovanile dei Crusaders. Essendo l’unico sardo tra un totale di 114 tra atlete e atleti convocati nelle under 15 e 17 maschili e femminili, la chiamata ha fatto sobbalzare il presidente crociato Emanuele Garzia e a ruota anche i suoi coach Matia Pisu e Sergio Andrea Meloni, l’offensive coordinator della senior Aldo Palmas e il vicepresidente Giuseppe Marongiu. Ma in realtà l’intera squadra è in un brodo di giuggiole perché Riccardo, a detta di tutti, è un buon prospetto a cui non mancano le grandi ambizioni. La due giorni di allenamento dovrà far emergere i prospetti più appetibili in vista dei Campionati Europei Jr. di Innsbruck previsti dal 4 al 6 settembre 2025.
A TU PER TU CON RICCARDO CARTA
La sua passione per il football nasce nel 2021, quando per puro caso gli capitarono a tiro, su You Tube degli highlights con le migliori giocate NFL. Da lì Riccardo Carta cominciò a sognare.
Riccardo, raccontaci un po’ di te
Sono cresciuto nell’ambiente sportivo e da sempre amo vivere in maniera più o meno dilettantistica diversi sport. Ero ancora piccolo per poter iniziare a giocare a football ma rimasi talmente affascinato da quei video che iniziai a cercare di capire se ci fosse la possibilità di provare questo sport qui a Cagliari.
E così hai scoperto i Cru.
Ovviamente, essendo ancora troppo piccolo, mi proposero di provare il flag, in attesa di raggiungere l’età giusta per poter giocare nella squadra senior. Devo molto a mia mamma che si è impegnata molto nell’organizzare il tutto con i Cru e che soprattutto mi supporta sempre.
Quali sono le caratteristiche che secondo te hanno colpito i selezionatori della Nazionale?
Nonostante la mia corporatura importante, penso di essere abbastanza veloce e agile, ma credo che principalmente sia stata notata soprattutto l’esplosività. Logicamente ho ancora tanto da imparare, soprattutto tecnicamente, ma sono sicuro che con il giusto supporto da parte della mia squadra ed il giusto impegno riuscirò nei miei obbiettivi.
Cosa ti aspetti da questo raduno?
Di far vedere quello che realmente sono, far capire quanto valgo in questo sport e far vedere che, pur avendo iniziato da poco, con la determinazione è possibile raggiungere anche risultati che potrebbero sembrare irraggiungibili. In questi giorni prima della partenza, io con i miei coach Matia Pisu e Andrea Meloni, mi allenerò per rendere al meglio fisicamente e mentalmente.
Come ti trovi con i tuoi compagni di squadra dei Crusaders?
Ogni volta che mi sono allenato con i senior mi sono trovato molto bene, c’è un grande spirito di squadra e la cosa mi gasa moltissimo. Logicamente spero, dall’anno prossimo, quando farò la mia prima stagione con loro, di legare al meglio con tutti e soprattutto spero di riuscire a far appassionare molti più ragazzi/e della mia età a questo sport bellissimo.
Che studi fai, hai degli hobby?
Frequento lo scientifico; ho scelto un liceo perché nei piani futuri, oltre al sogno di arrivare a giocare negli States, dico sempre che purtroppo non si vive di solo sport. Ma sarebbe bello riuscire a laurearmi in medicina e poter conciliare il lavoro e lo sport, magari sempre in America (e magari laureandomi proprio lì).
Come trascorri le giornate?
Mi alleno sempre, cerco di creare e migliorare sempre un mio piano di allenamento personale, sfruttando magari anche i suggerimenti o gli esempi di grandi campioni come Kobe Bryant. Oltre al football gioco a calcio e spesso mi diverto ad andare con i miei amici a giocare a basket al campetto. Oltre a questo e a studiare durante l’anno, mi piace guardare magari dei film per rilassarmi o anche giocare “alla play”.
Cosa pensi in questi periodi?
Avere dei sogni è la cosa più importante nella vita e spesso cerco di trasmettere la passione che metto nello sport a tutte le persone che mi sono vicine, amici e parenti. Infatti sono convinto che le cose fondamentali, nello sport ma anche nella vita, siano la “fame” di imparare e la passione, perché sono quelle che anche durante i momenti no ti permettono di andare avanti con determinazione.
E ora che succederà?
Tutti gli sforzi che faccio prima o poi verranno ripagati con qualcosa di davvero speciale. Un esempio per me, al momento, sarebbe la convocazione in nazionale che mi porterebbe “magari” alle olimpiadi a Los Angeles nel 2028, dove a giocare per gli Usa ci saranno i migliori giocatori NFL. Spero, come già detto, di riuscire ad arrivare negli USA, giocare in D1 per la LSU University e dimostrare ciò che realmente sono e che sono capace di fare, anche oltre oceano. E sono sicuro che con grande determinazione e motivazione riuscirò nel mio sogno.
Ufficio Stampa Crusaders Cagliari