LEGIONARI VISPI E CONCRETI, CRU BRAVI MA POCO SMALIZIATI
Il guaio delle sfide secche. Non sono ammesse repliche e chi perde, a capo chino e tanta incredulità deve inesorabilmente abbandonare la scena. Anche chi, come i Crusaders, prima di incontrare i Legionari non avevano conosciuto la parola sconfitta. Eppure escono dalla Nine League a testa alta, rintuzzando in continuazione le scorrerie capitoline ma senza mai ribaltare un risultato che si allunga solamente ad un minuto dal termine. A quel punto gli ospiti insaccano il sesto touchdown del giorno senza lasciare sufficiente tempo agli avversari per tentare un affondo serio e ragionato, come accaduto nelle precedenti offensive.

Termina una stagione comunque soddisfacente, con un patrimonio giovanile da salvaguardare perché le potenzialità ci sono. Basta un pizzico di avvedutezza in più, figlia di una pratica costante della disciplina, e si può andare avanti con fierezza. La franchigia cagliaritana, in quasi trentacinque anni di esistenza, è sempre stata pronta a ribaltare, col sorriso e i risultati, situazioni di gran lunga più disperate di un play off perso in extremis. E col tempo che vola è un attimo ritrovarsi a combattere per il Nine Bowl 2026.

9FL – NINE FOOTBALL LEAGUE 2025 FIDAF
SEMIFINALE CONFERENCE (o quarto di finale)
CAGLIARI – Campo Terramaini – Via Cesare Cabras – 14/06/2025 – Ore 13:00
CRUSADERS 32 LEGIONARI 41
Td Elia Giachino run + trasformazione da 1 pt di Bernardini (Leg); Td Federico Dessì run (Cru); Td Regio pass Giachino + trasformazione da 1 pt di Bernardini (Leg); Td Federico Dessì run (Cru); Td Passalacqua pass Giachino + trasformazione da 1 pt di Bernardini (Leg)
Td Federico Dessì run (Cru); Td Cinelli pass Giachino (Leg); Td Federico Dessì run (Cru); Td Giachino run + trasformazione da 1 pt di Bernardini (Leg); Td Francesco Loche run + trasformazione da 2 pt di F. Dessì (Cru); Td Barrotta run + trasformazione da 1 pt di Bernardini (Leg);

GLI ATTACCHI RUBANO LA SCENA ALLE RETROGUARDIE
L’armonia del pre gara viene spezzata da un inaspettato annuncio: i padroni di casa devono sospendere il riscaldamento e tornare precipitosamente nelle loro abitazioni a recuperare la maglia di riserva perché indosso ne vestono una che confligge con quella dei Legionari. Ecco giustificata l’ora di ritardo di un kick off che tra l’altro si palesa sotto uno di quei soli particolarmente cocenti.
I tifosi locali assistono così ad una sfida dove sono gli attacchi a dettare legge perché sempre in grado di trovare le vie più idonee per aggirare difese attonite e che non riusciranno mai a mettere delle pezze riparative.
Gli sconfitti ottimizzano sempre le loro sortite, a parte quando, causa fumble, si vedono costretti a cedere l’ovale. Per il resto riescono a leggere il posizionamento avversario e a trovare il buco ideale dove penetrare e godere. In realtà l’azione dei runner locali è talmente esplosiva che le corse, anziché essere brevi e finalizzate a stancare i contendenti passo dopo passo, si trasformano in lunghe e rapide incursioni che vanno sistematicamente a segno.
Più ragionata appare la manovra ospite che a sua volta colpisce e affonda sistematicamente ma i tempi di realizzazione sono sempre più ampi. Una tecnica, quella ritardante, che se meditata a tavolino ha senza dubbio sortito i suoi effetti perché alla lunga sono stati privati secondi preziosi ai crociati per tentare il riaggancio o il sorpasso.
Il mea culpa campidanese viene recitato per aver “trasformato da due” solo in una delle cinque circostanze avute a disposizione. Otto punti in meno nel carniere iniziano a diventare importanti, ma soprattutto sorprende la radicale inversione di tendenza rispetto agli scontri passati, dove portare a compimento l’azione supplettiva diventava una piacevole formalità.
Alla fine della contesa si nota come i due qb in campo siano stati protagonisti assoluti. Federico Dessì fa incassare ventisei punti alla sua franchigia; Elia Giachino va due volte in touchdown ma propizia altre tre mete.

TIM TOBIN E IL GIALLO DELLE MAGLIE DA CAMBIARE
Ha un grande punto interrogativo in testa che a caldo non riesce a far evaporare. Tim Tobin forse si è sentito sconfitto in partenza, quando i suoi giocatori hanno abbandonato momentaneamente il terreno di gioco alla ricerca di una maglia alternativa. Ma non ha neppure digerito che due titolari siano giunti in ritardo, sebbene abitino lontano da Cagliari. “Non so di chi sia la colpa e non mi interessa – sbotta l’allenatore originario della Florida – però la mia opinione è che questo sia un male per il football americano in Italia. Come si può evitare che questo accada di nuovo? Quindi d’ora in poi i giocatori dovrebbero portare entrambe le maglie per le partite in trasferta e in casa”?
Insiste sull’argomento: “Questo incidente ha messo i giocatori a rischio di esaurimento da temperatura alta. L’aver giocato nella parte più calda della giornata ha fatto sciogliere le energie dei giocatori; non abbiamo avuto il tempo per riscaldarci di nuovo e riadattarci al clima. È stato un vero disastro. In compenso la partita è stata emozionante e i tifosi si sono divertiti”.
Nella speranza che nel frattempo abbia avuto risposte esaurienti, l’head coach dei sardi entra nel merito della gara: “E’ stata molto emozionante. Il nostro attacco si basa sul controllo del tempo con lunghi drive. E invece ha segnato su lunghe corse ogni volta, a parte una/due per penalità. Sono molto colpito dal nostro attacco. Le manovre offensive dei legionari si basano più sui passaggi. Non sul controllo del tempo. E invece hanno controllato il tempo lanciando la palla”. Inquadra anche eventuali pecche offensive: “Non credo che i ricevitori abbiano perso molti palloni – dice – a mio avviso le loro consegne sono state messe in pratica nel migliore dei modi. In generale abbiamo commesso alcuni errori mentali. Vuoi per eccessivo nervosismo del qb, vuoi per irritabilità del punter, sono stati concessi dei primi down”.
Seguono le analisi conclusive: “In definitiva non siamo ancora una squadra che può aggiudicarsi il campionato, il football ha un suo modo per dimostrarlo e noi ancora non siamo all’altezza del titolo. Spero che questa squadra continui ad imparare, tutto sommato è stato un anno fantastico e in più voglio bene a questi ragazzi”.

ALDO PALMAS: “IL COLLETTIVO È ANCORA TROPPO GIOVANE MA PUO’ ANDARE MOLTO LONTANO”
Prima di dire la sua, l’offensive coordinator Aldo Palmas si è preso quarantotto ore di relax per sbollentare e nel frattempo si è rituffato nella routine lavorativa che ha anche il vantaggio di allontanare i pensieri della sconfitta. In questi giorni si sentirà con calma sia con Tim Tobin che comunque lo immagina soddisfatto in generale dell’annata, sia con il defensive coordinator Nicola Polese, lasciato particolarmente amareggiato, anche perché ha la tendenza di assumersi più responsabilità di quelle che in realtà potrebbe avere.
Aldo, nonostante tutto il tuo attacco ha macinato gioco e punti
Col senno di poi mi viene da dire che abbiamo colpito in maniera troppo rapida. Il fatto di aver trovato velocemente la chiave di lettura della difesa ha tolto concentrazione ai ragazzi al momento della trasformazione dove ci arrivavano, almeno questa è la mia impressione, poco concentrati e supponenti, tant’è che ci sono stati 2, 3 episodi contornati da errori clamorosi.
Perdere non è mai bello
C’è amarezza perché anche i legionari erano alla nostra portata; è stata una battaglia fino al minuto finale. Nell’ultima azione a disposizione abbiamo dovuto forzare la mano per gestire i pochi secondi rimasti, ma il nostro gioco è stato snaturato.

Tiriamo le conclusioni della stagione
A dicembre, quando abbiamo saputo che il qb Michele Meloni non ci sarebbe stato, probabilmente ci avrei messo la firma per un passaggio ai play off. Però già ad una settimana dall’inizio del campionato era ben chiaro che il lavoro fatto avrebbe portato a qualcosa di ottimo. E a quel punto quella firma non l’avrei messa a cuor leggero. Visti i miglioramenti “invernali” le aspettative erano aumentate perché i ragazzi si sono dedicati anima e corpo alla disciplina, hanno imparato tantissimo, accettando ruoli diversi rispetto a quelli dell’anno prima. Specie i ricevitori si sono dovuti sacrificare a ruoli meno da superstar e più da portatori d’acqua. L’essenza del Football Americano sta proprio nel ruolo essenziale dei tanti gregari; i risultati arrivano grazie a loro. Poi ogni tanto ci sono le stelle che brillano, ma gli sherpa valgono molto di più.
Come si può arrivare fino in fondo?
I ragazzi, indistintamente tra attacco e difesa, sono cresciuti tutti. Poi ci sono le partite dove gli attacchi (o le difese) trovano subito la chiave d’accesso (o di chiusura). I campionati si vincono quando queste cose si equilibrano e fai meno errori del tuo avversario. In genere vincono le squadre esperte e noi finora pecchiamo un pochino perché in squadra abbiamo troppa gioventù: tra tutti i mali questo è decisamente il minore.
Ufficio Stampa Crusaders Cagliari