Elephants: Coach Camarda guiderà l’attacco degli Etnei

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Presentazione Coaching Staff 2020: Offensive Coordinator Fortunato Camarda

Continuiamo il nostro ciclo di interviste per conoscere da vicino tutti i protagonisti della side line catanese ed oggi incontriamo Fortunato Camarda, “Lucky”, elemento basilare degli Elephants a cui si deve l’iniziativa (insieme ad un gruppo di amici) di creare il movimento del football americano a Catania.
Inizia la sua carriera da giocatore nel campionato del 1985 nel ruolo di quarterback che è quello (come gli addetti ai lavori sanno bene) di dirigere il gioco e non ha smesso di farlo neanche dopo aver dovuto appendere casco e paraspalle al chiodo (per sopraggiunti limiti d’età) passando all’incarico di coach fino ad assumere, nell’attuale società catanese, anche quello di dirigente.
La sua totale passione per il football lo ha portato a ricoprire ruoli anche nel settore del Flag Football Americano essendo fin dall’inizio, nel 2017, coach e player nel campionato che giocano gli Elephants Catania.
Praticamente non puoi parlare di Elephants Catania senza nominare Fortunato Camarda e viceversa!
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Come hai scoperto il mondo del football americano?
“La mia carriera sportiva nel football inizia un po’ tardi, a 21 anni, dopo aver fatto vari sport di cui solo il nuoto e la pallavolo a livello agonistico.
La scoperta del football è avvenuta guardando delle partite in televisione ed appassionandomi a tal punto da informarmi se ci fosse una squadra a Catania che in realtà non esisteva e di conseguenza iniziai, insieme al mio caro amico Angelo Di Giunta, a cercare persone che potessero avere lo stesso entusiasmo e creammo con Angelo gli Elephants iscrivendo la nostra società al primo campionato nel 1984/85 nella serie C.”
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Il tuo ricordo più significativo prima da giocatore e poi da allenatore tackle?
“E’ stato un crescendo di emozioni e campionati sino al 2011, vivendo delle importanti esperienze nel ruolo di player giungendo a tre finali di seconda divisione e due finali in prima divisione.
Il ricordo più bello in assoluto è stato l’anno 1990 in cui venne ad allenarci Coach Vance Quillin “Bear”: esperienza fantastica e soprattutto vincemmo in casa la promozione contro una titolatissima squadra, i Cavalieri Castelli Romani, con due miei Touchdown pass e le grandi chiamate in regia di Coach Bear.
L’esperienza da Coach inizia invece nel 2013/2014, nel ruolo di Offensive Coordinator, insieme a Coach Strano, nel campionato di seconda divisione, incarico piuttosto “scomodo” in quanto precedentemente era occupato da un coach preparatissimo, Davide Giuliano; detto ciò siamo riusciti ad arrivare in finale contro i Grizzlys Roma, perdendo purtroppo per un solo TD contro una delle più forti difese d’Italia in quel momento. Ma ce ne sono ancora tanti altri, come le finali in prima divisione in qualità di Assistant Offensive Coordinator quindi emozioni e responsabilità diverse, ma con ricordi che resteranno indelebilmente a vita!”
Conosci già molti dei ragazzi del roster catanese, che idea hai nell’insieme?
“Conosco bene tutti i ragazzi dell’attuale roster: è un bel gruppo che quest’anno può fare la differenza in terza divisione, ci sono stati anche dei nuovi innesti che serviranno a rinfoltire le fila degli Elephants.”
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Quali sono i tuoi obiettivi?
“Nel ruolo di coach quello di crescere sotto il profilo sia tecnico che umano: in questo sport è fondamentale la tecnica ma anche l’aspetto dell’approccio verso i propri giocatori è importantissimo.
Gli aspetti psicologici sono spesso sottovalutati, una sottile linea che ti può far perdere o vincere le partite, ma ti permettono di capire invece le dinamiche di una squadra e dei singoli atleti.
Spero che il mio lavoro, all’ interno della squadra, possa portare gli atleti a raggiungere gli obiettivi prefissati per quest’ anno, magari andare in finale e poi……… vedremo.”
Quale suggerimento daresti ai giovani che vorrebbero avvicinarsi a questo sport?
“I nuovi atleti che si avvicinano al nostro sport vorrei sapessero che il football non è il casco o il paraspalle con la divisa della squadra, ma una totale dedizione verso questo sport.
Tanti sacrifici e tanti “dolorini” sparsi per il corpo che li accompagneranno già ad inizio carriera e non se ne andranno fin quando non si decide di smettere, cosa alquanto difficile perché questo sport ti dà una “dipendenza” esagerata, quindi per chi si vuole avvicinare sappia che si va incontro a tutto questo.”
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Per concludere, ricordando i tanti coach stranieri con i quali hai lavorato prima da giocatore e poi da coach fianco a fianco in side line chi è stato il più carismatico di tutti e perché?
“Beh in 35 anni di football qualche coach americano l’ho conosciuto.
Da giocatore il primo in assoluto è stato per me coach Mike Kairis (r.i.p.), che ha dato una svolta alla nostra squadra all’epoca ancora acerba, poi Vance Quillin “Bear” che è stato quello che mi ha fatto esprimere al meglio nel ruolo di quarterback inserendo, negli anni ’90, una sconosciuta “roll pocket”, essendo io basso rispetto agli standard dei QB, lui è stato senz’altro il miglior coach per quel periodo.
Invece riguardo la mia esperienza in side line nel ruolo di coach, sicuramente va nominato il preparatissimo Davide Giuliano, ma quello con cui ho lavorato meglio è stato coach Mark Garza, anche lui purtroppo scomparso prematuramente, e in ultimo un grande coach è stato sicuramente Rodrigo Rios perché davvero carismatico, ponendosi sempre con molta calma nei confronti di tutti i giocatori e tirando fuori il meglio di ognuno di loro.”
Ringraziamo l’Offensive Coordinator Fortunato Camarda e il prossimo appuntamento sarà con Corrado Di Martino, Defensive Coordinator, lontano dai campi italiani da anni ma con una storia interessante da raccontare.
Ufficio Stampa Elephants Catania

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